Si vive anche senza saperle, ma San Colombano al Lambro merita comunque di essere conosciuta, anche solo per una passeggiata intorno al castello o in collina, fra i suoi vitigni, che in questa stagione si tingono di rosso ruggine.
Sentite cosa ne scrisse Petrarca che qui soggiornò nel castello, ospite di Giovanni Visconti “E’ questo un vago fertilissimo colle, posto quasi nel mezzo della Gallia Cisalpina, cui dalla parte esposta a Borea e ad Euro è prossimo S.Colombano, castello assai noto e cinto di forti mura … Io non conosco altro luogo che in positura sì poco elevata, si vegga attorno sì vasto prospetto di nobilissime terre” (dalla lettera di Francesco Petrarca a Guido, Arcivescovo di Genova, 21 ottobre 1353).
Ecco quindi le cinque cose curiose su San Colombano al Lambro.
1 Chi era, da dove veniva e dove andava il Santo che dà il nome al paese?
La prima volta che ho sentito parlare di questo santo mi trovavo in viaggio in Irlanda: possibile che sia lo stesso monaco, arrivato sin qui? La risposta è sì. Il nome del borgo lo dobbiamo a questo santo irlandese, che diffuse il cristianesimo e fondò monasteri in tutta Europa.
La sua storia ci riporta al VI secolo, quando con 12 monaci suoi compagni partì dal convento di Bankor in Irlanda del Nord, si imbarcò per la Cornovaglia e poi per la Bretagna, nella Francia dei Merovingi, dove fondò tre monasteri. Nel 611 raggiunse anche proseguì per Strasburgo, Basilea e Costanza, evangelizzando sul suo cammino le terre pagane dei Sassoni e degli Alemanni lungo il corso del Reno.
Arrivato a Milano, si pose sotto la protezione di Agilulfo e Teodolinda, sovrani longobardi, che gli concessero il luogo su cui fondare il suo monastero più noto: nacque così nel 614 l’abbazia Bobbio, in provincia di Piacenza. Qui morì nel 615 e qui si trova la sua tomba, nella cripta dell’abbazia, insieme a quelle degli abati suoi successori.
Durante il viaggio verso Bobbio sostò sui colli dove oggi sorge San Colombano, nella località allora si chiamava Brioni o Monbrioni, lasciando nel nome il segno del suo passaggio, e secondo la leggenda, insegnando agli abitanti la coltivazione della vite.
2 Perché San Colombano al Lambro è in provincia di Milano, anche se si trova fra Lodi e Pavia?
Il borgo si trova oltre 40 chilometri a sud di Milano, a cavallo fra le province di Lodi e Pavia (entrambe più vicine rispetto al capoluogo), un’exclave come Campione d’Italia rispetto alla Svizzera.
Questo perché nel 1992, quando fu costituita la provincia di Lodi, venne indetto un referendum in cui i banesi (gli abitanti di San Colombano si chiamano così) votarono per rimanere nella città metropolitana milanese. La legge italiana prevede infatti che si possa scegliere di far parte di un’altra provincia (o regione), anche geograficamente distaccati.
La collina di San Colombano si sviluppa quindi su 5 comuni che appartengono a ben 3 province diverse: Sant’Angelo Lodigiano e Graffignana (Lodi); Miradolo Terme, Inverno e Monteleone (Pavia), e infine San Colombano, amministrativamente milanese.
3. Una collina emersa dal mare, paradiso per gli amanti dei fossili
La collina di San Colombano, anticamente chiamata Mombrione, è alta 147 metri e si sviluppa per circa 8 chilometri, con una larghezza di 2. Stiamo quindi parlando di un’area molto circoscritta.
La particolarità è che questa ondulazione del terreno sorge all’improvviso nella bassa padana, proiettandoci di colpo (e piacevolmente) in un paesaggio ameno che ricorda una Toscana in miniatura. Un fenomeno naturale unico, che nel 2002 ha portato alla creazione del Parco della collina di San Colombano.
Ma non è tutto: dal momento che 400mila anni fa questa zona era occupata dal mare, la roccia di questi colli è ricchissima di fossili marini, motivo per cui San Colombano è stato meta privilegiata per i geologi di tutta Europa dal XVIII secolo e fino agli anni Cinquanta del ‘900.
I reperti frutto di queste esplorazioni li ritroviamo nelle collezioni paleontologiche di diversi musei, fra cui il Museo di Storia Naturale di Milano, con oltre 200 esemplari, e la collezione del locale Museo Paleontologico e Archeologico “Virginio Caccia”.
4 L’unico vino della provincia di Milano è prodotto qui
Il San Colombano DOC, rosso, bianco, mosso e fermo, è l’unico vino prodotto in provincia di Milano. Il vino probabilmente veniva realizzato qui già in epoca romana, anche se la leggenda riconduce a San Colombano l’introduzione della vite sul colle Brione.
Comunque sia andata, l’ambiente è perfetto, grazie all’esposizione al sole del colle e alla fertilità del suolo.
Siamo infatti in una terra ricca di fonti minerali e acque sorgive, come attestano le vicine terme di Miradolo. Dal 1984 Il San Colombano ha ottenuto la certificazione DOC, e viene prodotto in base a un preciso disciplinare che ne certifica i requisiti.
5 Perché quello di San Colombano si definisce un castello ricetto?
Le origini di questo castello risalgono all’imperatore tedesco Federico I Barbarossa, che dopo aver distrutto la prima fortezza durante gli scontri con la città di Milano, lo ricostruì nel 1164, avendo ben valutato dell’importanza strategica di questa posizione.
Ricetto, dal latino receptum, ricevere, è il luogo che ospita le abitazioni della popolazione all’interno delle mura di un castello. Artigiani e agricoltori del contado trovavano così protezione e riparo dalle minacce esterne.
A San Colombano le abitazioni crebbero nel tempo fino a saturare completamente gli spazi, sfruttando persino le volte del cammino di ronda: erano costruzioni semplici, in mattoni o terra cruda, con tetti di paglia o tegole e pochissime finestre, in alcuni casi solo con una porta di ingresso.
Divenuto un borgo nel borgo, nel ricetto si trovavano pozzi, stalle e cascine, piccoli forni: infrastrutture che permettevano la vita quotidiana anche nelle emergenze. Dopo la cacciata degli ebrei dal castello con l’accusa di usura, venne creato nel 1593 anche il Monte di Pietà, attivo fino al 1943, uno dei pochi edifici superstiti che troviamo nella parte visitabile del ricetto.
La gran parte di questi edifici fu infatti demolita a metà XIX secolo dalla famiglia Belgioioso, che ne fece la propria residenza creando una corte interna e un grande parco dall’inglese. Anche oggi il castello è diviso in due parti: sopra ricetto, sul pendio collinare, c’è la rocca, di proprietà privata. La piccola porzione dell’antico ricetto è uno dei pochi esempi ancora esistenti in Lombardia: un altro lo abbiamo incontrato di recente a Padenghe sul Garda (Brescia).
Dal momento che in questo periodo non ci rimane che sognare e progettare (scrivo da Milano, da oggi nuovamente in zona rossa Covid…), San Colombano rimane una meta da mettere nel carnet dei futuri weekend primaverili, quando torneremo a rivedere le stelle (e le colline).