Epifania. L’incredibile storia dei Re Magi e di come finirono nella chiesa di S.Eustorgio a Milano.

Il mito dei Magi fra storia e leggenda

Sono le ultime tre statuine a entrare nel presepe, puntualmente, il 6 gennaio: Melchiorre, Baldassarre e Gaspare, i re magi, venuti da Oriente seguendo una stella. Hanno abiti sfarzosi, corone scintillanti, cammelli e doni esotici: in mezzo ai semplici pastorelli e artigiani radunati intorno alla grotta, danno un tocco glamour all’insieme.

Visto che tutti li amiamo e che ci fanno tornare bambini, glisseremo sul dato storico se siano esistiti o meno: gli scienziati si interrogano, le ipotesi si sprecano, probabilmente non erano re ma astronomi, appartenenti popolazione dei Medi, seguaci di Zoroastro, provenienti dalla Persia e antenati degli attuali Curdi.

Presepe con i Magi
Presepe con i Magi in Sant’Eustorgio

Parla di loro il Vangelo di Matteo: dopo aver incontrato Erode, proseguono il loro viaggio alla ricerca del messia e arrivano alla grotta di Betlemme con le fatidiche offerte di oro, incenso e mirra (da cui si deduce che fossero in tre, perché Matteo riferisce di alcuni Magi).

C’è anche un vangelo apocrifo che parla di loro: un testo di età paleocristiana, conservato nella biblioteca dell’isola degli Armeni, a Venezia. Qui si parla di Melkon re dei Persiani, Gasparre re degli Indiani, e Balthasar re degli Arabi, e l’elenco dei doni (spezie, pietre preziose, perle e tessuti pregiati) si dilunga parecchio.

Come i Magi arrivarono a Milano

Basilica di Sant’Eustorgio con la neve, foto di Carlo Bertatini

Fra misteri, antichi manoscritti, archeologia, astronomia e tesori c’è già abbastanza materiale per un film di Indiana Jones. Ma la leggenda non finisce qui, anzi, si dipana attraverso i secoli e prende una piega tortuosa che conduce fino a Milano.

Secondo un’antica tradizione, i Magi tornarono a Gerusalemme dopo la crocifissione di Cristo, e qui morirono da martiri. I loro corpi furono individuati da Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, formidabile cacciatrice di reliquie, e trasferiti a Costantinopoli, nella chiesa di Santa Sofia (da poco divenuta moschea, ma questa è un’altra storia).

Passata una generazione l’imperatore Costanzo, nel IV secolo, ne donò le spoglie a Eustorgio, un predecessore di Ambrogio al seggio vescovile di Milano, che era lì in visita, e lui se le portò in patria.

Non dovette essere un viaggio facile, dati i tempi e le distanze, con un carro di buoi e una grande, pesantissima arca di marmo contenente i sacri resti. In prossimità di Milano, i buoi stremati si fermarono fuori dalle mura, nella zona di Porta Ticinese, e da lì non mossero più un passo.

Eustorgio fondò così la sua basilica (le tracce paleocristiane si possono vedere sotto la chiesa attuale), e qui potremmo pensare che finalmente i Magi abbiano trovato un po’di pace e una collocazione definitiva.

resti paleocristiani dietro il coro in S.Eustorgio
i resti paleocristiani dietro al coro

Invece la storia prosegue attraverso l’Europa e i millenni, con altre vicende degne del Trono di Spade.

Nel 1164 Milano subì la distruzione e il saccheggio ad opera di Federico Barbarossa. Nonostante la concitazione del momento, i fedeli tentarono di nascondere i resti dei Magi nella chiesa di San Giorgio in Palazzo, dentro le mura, ma questo espediente non servì. Il Barbarossa fiutò l’inganno, trovò i corpi e se li portò a Colonia. Qui fece costruire per ospitarli una straordinaria cattedrale gotica, il celebre duomo di Colonia, dove furono posti in un prezioso reliquiario d’oro.

il Duomo di Colonia
il duomo di Colonia

Fra le rovine fumanti di una Milano completamente distrutta, nella chiesa di S.Eustorgio non rimase che un grande sarcofago vuoto, sul cui coperchio fu scolpita una stella cometa e la scritta “Sepulcrum trium Magorum”. Con grande scorno e umiliazione dei Milanesi.

Il Cardinal Ferrari riporta a Milano le spoglie dei Magi

Passarono i secoli, la città risorse e ricadde tante volte, e fra momenti gloriosi ed epoche buie si arrivò al 1904. Fu allora che un altro arcivescovo di Milano, il cardinal Ferrari, tentò la rivincita: dopo lunghe trattative con il suo omologo di Colonia, ottenne di suddividere i resti dei Magi fra le due città, e riportò indietro una parte di quel che il Barbarossa aveva sottratto.

Oggi, dopo tante peripezie, le reliquie superstiti sono (speriamo definitivamente) conservate nel transetto destro della basilica, in una teca sopra l’altare. In loro omaggio, in cima al campanile, anziché una croce, c’è una stella, e il giorno dell’Epifania, una grande processione percorreil tratto dal Duomo a Sant’Eustorgio in sfarzosi costumi. Il corteo storico dei Magi è una tradizione che risale al 1336: fu sospeso da San Carlo per la peste, più o meno lo stesso motivo per cui, strano a dirsi, sarà annullato anche quest’anno.

cima del campanile di S.Eustorgio con la stella cometa
La stella cometa sul campanile

Vistando S. Eustorgio: ecco dove si trovano le reliquie dei Magi.

Troverete la cappella dei Magi nel transetto destro, suddivisa in due ambienti. In quello di destra, decorato con un affresco lombardo di fine Quattrocento che raffigura l’Adorazione dei Magi, è conservato l’antico sarcofago romano di pietra che arrivò da Costantinopoli: è decorato con una stella cometa e riporta la scritta: «Sepulcrum trium magorum».

Il sarcofago romano che portò le reliquie dei Magi
il sarcofago dei Magi a S.Eustorgio

Nell’ambiente di sinistra c’è un bellissimo trittico scultoreo della scuola di Bonino da Campione che raffigura l’Adorazione e altri episodi legati ai Magi. Le reliquie sono invece custodite nella nicchia sopra l’altare, in un reliquiario novecentesco risalente a dopo la restituzione.

altare e urna con le reliquie dei Magi
altare con il trittico scultorie e l’urna con le reliquie dei Magi

Altri tesori a S.Eustorgio

La basilica, al di là del fascino e della curiosità destata da questa incredibile storia, è un concentrato di capolavori medievali, per cui se ci entrate non fatevi sfuggire lo stupendo crocifisso dipinto appeso davanti al presbiterio, attribuito al maestro Dotto, un pittore veneto fra i più importanti a cavallo fra Duecento e Trecento.

interno della chiesa di S.Eustorgio
interno della chiesa- crocifisso di maestro Dotto e Ancona della Passione

Altra opera importante è l’Ancona della Passione, grande opera scultorea commissionata da Gian Galeazzo Visconti alla fine del ‘300, con bassorilievi molto espressivi, attribuiti ad alcuni dei maestri più importanti del tempo. Quando poi riapriranno le visite si potrà accedere alla cappella Portinari, con i suoi straordinari affreschi e l’arca di San Pietro Martire.

Ma qui ci sarebbe davvero tanto da dire, materia per un prossimo post!

Roberta Ferraro, blogger e travel designer. Racconto straordinari luoghi vicini, posti speciali che si distinguono per arte, natura e cultura. Perché se apriamo gli occhi su quello che abbiamo intorno a noi, l’avventura è a portata di mano. Seguimi per trovare ispirazione per weekend, gite e vacanze.