Milano: trekking a Città Studi. Breve storia del Politecnico e dell’Università

Città Studi a Milano è una zona ricca di verde, spazi aperti e maestosi edifici di inizio ‘900 su cui alzare con piacere lo sguardo. Inoltre è relativamente poco frequentata: se non siete uno studente o un docente universitario e non avete la fortuna di vivere in una di queste vie silenziose e signorili, potreste anche non esserci mai passati.

Il quartiere è un vero e proprio campus dal sapore anglosassone, meta ideale per una camminata a prova di distanziamento, specie ora che le lezioni sono sospese e manca l’allegro via vai dei ragazzi che si spostano da una sede all’altra per seguire i corsi.

Ecco il tragitto che vi suggerisco, potete prenderlo come un trekking: abbigliamento sportivo, scarpe comode, contapassi, 1 ora a piedi per circa 5 chilometri, ma può diventare più lungo se vi perdete a curiosare in giro in tutte le stradine.

Itinerario: da piazza Leonardo Da Vinci si percorre un anello attraverso via Colombo, piazza Occhialini, piazzale Gorini, via Golgi – dove si intravede l’orto botanico, al momento chiuso – via Celoria, via Ponzio, per poi chiudere il cerchio rientrando da via Bassini, passando per via Ampère e la piscina Romano. Volendo si può allargare il giro fino a piazza Guardi e piazzale Susa, rimanendo sempre a Est di viale Romagna, e spingersi al parco ex Motta (c’era una volta la fabbrica del panettone… sembra un libro di Rohald Dhal), dove oggi si trova WOW! Museo del Fumetto. Sarete accolti da un drago colorato dalla lunga coda che sbuca dall’altra parte del parco, una versione allegra e innocua del biscione di Milano. Il museo ora è chiuso per COVID, peccato, c’è sempre qualche mostra, una biblioteca fantastica e delle gigantografie in 3D degli eroi dei comix.

Come è nata Città Studi

I lavori per creare questa affascinante cittadella delle scienze furono intrapresi fra il 1915 e il 1927 (con una comprensibile interruzione per l’infuriare della Grande Guerra).

Prima di allora qui, neanche a dirlo, era tutta campagna: in quest’area furono demolite le Cascine Doppie, che davano il nome alla zona. A Nord la Cascina Vallazza, da cui prende il nome la via attuale; a Est la Cascina Rosa (che ospita il giardino botanico) e a Sud, fra piazzale Susa e viale Argonne, dove passava la ferrovia in direzione di Venezia, la cascina Acquabella.

Anche l’asse stradale di viale Lombardia e la circonvallazione che chiamiamo delle Regioni, nati dal piano regolatore di fine ‘800, erano stati tracciati da poco in una città che continuava la sua espansione per cerchi concentrici.

Le Cascine Doppie, dove ora sorge la piazza Leonardo da Vinci

Il primo passo fu la costruzione del monumentale Rettorato del Politecnico, istituto che esisteva già dal 1863, ospitato prima in via Senato poi in piazza Cavour, che trovò in piazza Leonardo da Vinci la sua sede istituzionale e definitiva.

Di lì a poco vennero costruiti i palazzi destinati alle facoltà scientifiche. Intorno al Politecnico si insediarono Agraria, Matematica, Veterinaria, Farmacia, Medicina, e istituti clinici importanti come l’Istituto Nazionale dei Tumori e il Neurologico Besta.

Come è nata l’Università di Milano

Se consideriamo il fatto che le più antiche università d’Europa sono nate in Italia (la prima, Bologna, nel 1088), l’Ateneo di Milano è decisamente giovane. Il punto di riferimento per gli studenti meneghini fin dal XIV secolo era infatti l’antica e blasonata Università di Pavia.

Il Politecnico di Milano fu creato “solo” nel 1863, seguito nel 1870 dalla Scuola superiore di Agraria, che aveva l’intento di promuovere la ricerca in agricoltura.

Nel 1906 per iniziativa di Luigi Mangiagalli furono realizzati in Città Studi gli Istituti clinici di perfezionamento, destinati ai giovani medici, dopo la laurea che veniva conseguita però a Pavia: queste cliniche costituirono il punto di partenza per la creazione della facoltà di medicina a Milano.

Fu proprio Mangiagalli, medico ostetrico, deputato e poi sindaco, figura chiave e non a caso anche primo Rettore, ad ottenere nel 1923 la creazione dell’Università degli Studi, che accorpava gli Istituti clinici preesistenti. Insieme a Medicina c’erano anche Lettere e Filosofia.

Nell’idea dei promotori, l‘Università sarebbe dovuta rimanere concentrata in Città Studi e avere come sede il palazzo Federico Enriques di via Paladini, ora sede di Matematica.

Questo progetto però non era attuabile, e presto il rettorato di Medicina e le due facoltà umanistiche dovettero trovare un’altra collocazione. Nacque così l’idea di utilizzare come sede la Ca’Granda, dove fino alla seconda guerra mondiale si trovava l’ospedale fondato in antico da Francesco Sforza. Fu così che nel 1958, dopo la costruzione del Niguarda e il trasferimento dell’ospedale, il rettorato, gli uffici, le facoltà di Giurisprudenza, Lettere e filosofia fecero il loro ingresso alla sede attuale di via Festa del Perdono. La storia della Ca’Granda è ricca e interessante, materia per un prossimo post!

Intorno a Piazza Leonardo da Vinci: via Ampère e la Piscina Romano

Il monumentale Rettorato del Politecnico incornicia il grande giardino pubblico di piazza Leonardo da Vinci. Vigila sulla piazza, sopportando con sguardo bonario gli insulti dei piccioni, il monumento a Eugenio Villoresi, ingegnere che a fine ‘800 progettò il canale di collegamento fra Ticino e Adda che porta il suo nome, a nord del naviglio Martesana.

monumento a Villoresi in piazza Leonardo da VInci
Il monumento a Eugenio Villoresi in piazza Leonardo da Vinci.

Guardando il Politecnico, alla nostra sinistra, attraversata via Bassini, troviamo la pedonale via Ampère, dove al n.11 si staglia una struttura in acciaio della sede di Architettura (1982), realizzata da Vittoriano Viganò. mentre alla sede di via Bonardi lavorò Giò Ponti.

La facoltà di Architettura

Di fronte, il piccolo Teatro Leonardo. Poco oltre, sempre su via Ampère, la Piscina Romano, realizzata nel 1929 in stile razionalista da Luigi Secchi (suo anche il progetto della Cozzi, istituzione del nuoto milanese),  con una vasca rettangolare di 100 metri per 40. Una mole enorme, avveniristica per i tempi, che prevedeva di ospitare contemporaneamente 1500 persone e ancora oggi d’estate è attiva e molto frequentata.

Profonda da 50 centimetri a 3 metri, prelevava l’acqua da 4 pozzi scavati ad hoc. Un piccolo segreto: se volete vedere la sua bellissima vasca in versione invernale, svoltate a destra su via Zanoia ed entrate nel giardino pubblico che si affaccia sulla piscina. Avrete una visuale inedita e fuori stagione.

La piscina Romano di Luigi Secchi in versione autunnale

L’Orto Botanico Universitario di via Golgi, oasi di natura e biodiversità

Inaugurato nel 2001, quello di via Golgi 18 è uno dei due orti botanici di Milano (l’altro è a Brera). Realizzato dal Dipartimento di Biologia, il grande e silenzioso giardino occupa un terreno concesso dal Comune che apparteneva alla Cascina Rosa: un’area di 22.000 mq in cui sono ricostruiti ambienti naturali tipici della Lombardia e un piccolo stagno con delicati fiori acquatici. Disegnato per la ricerca e la didattica universitaria, il parco è aperto al pubblico da marzo a fine ottobre grazie ai volontari del Touring club, e ospita visite guidate e laboratori scolastici.

  • piante acquatiche nello stagno dell'orto botanico di città studi
  • un castagno nell'orto botanico di città studi

Fra via Celoria, via Colombo e piazza Occhialini: un mix di stili architettonici

Da Piazza Leonardo da Vinci verso piazza Occhialini e piazza Guardi ci scorre sotto gli occhi una carrellata di stili architettonici. Dal Razionalismo, al Classicismo, ai tetti spioventi degli Istituti di Agraria e Veterinaria in via Celoria, che ricordano colonie montane di inizio secolo, al Liberty dei villini con giardino in piazza Occhialini e dei palazzi in via Boccaccio, alle casette colorate di via Colombo (via dedicata al Giovanni Colombo fondatore di Edison, non allo scopritore delle Americhe).

Spiccano, guardando in alto, le guglie Art Déco del celebre “Cremlino”, in via Colombo 81, un edificio in cemento in stile sovietico realizzato nel 1927, sede della Facoltà di ricerche chimiche e biomediche intitolata a Giuliana Ronzoni. Un’architettura molto originale: è impossibile non notarla da lontano, ma è molto difficile da inquadrare (e fotografare) quando ci si è proprio davanti. Per avere una visione complessiva dell’edificio potete osservarlo dal retro, passando da via Pascoli ed entrando nella prima viuzza chiusa: vi ci troverete proprio di fronte.

Personaggi noti che hanno frequentato queste aule.

Dagli anni ’20 del Novecento ad oggi, in questi edifici imponenti sono passate generazioni di menti illuminate, fra studenti, ricercatori e docenti. Scorrendo brevemente questa hall of fame si ha l’impressione che la forza propulsiva dell’imprenditorialità milanese sia passata da qui.

Dallo scrittore Carlo Emilio Gadda, che era ingegnere, ad Adriano Olivetti, agli architetti e designer Gae Aulenti, Giò Ponti, Vittorio Gregotti, Renzo Piano, Aldo Rossi, Stefano Boeri, Vico Magistretti, Patricia Urquiola, allo stilista Gianfranco Ferrè, fino a Elio delle Storie Tese (al secolo Stefano Belisari), anche lui laureato qui in ingegneria elettronica.

Uno degli studenti più brillanti, ancora prima che l’Istituto tecnico superiore si chiamasse Politecnico, fu Giovan Battista Pirelli, che frequentò i corsi di ingegneria industriale nel 1867.

Fra i suoi maestri c’era quel Giovanni Colombo che poi fondò la EDISON, per inquadrare l’alto tasso di genio e imprenditorialità che circolavano in queste aule.

Il giovane Pirelli, di modesti natali e grande ingegno, vinse una borsa di studio destinata ai migliori laureati, che gli permise un viaggio di istruzione in Europa, a contatto con le industrie più avanzate nella lavorazione della gomma e del caucciù. Quando tornò, nel 1872, mise a frutto l’esperienza come sappiamo.

Possiamo dire che nell’ambiente del Politecnico maturò la grande imprenditorialità milanese: qui gravitava un concentrato di menti creative che grazie agli studi compiuti qui hanno avuto la possibilità di formarsi ed emergere.  

Oggi il Politecnico è la prima università tecnica in Italia e fra le prime 50 al mondo: si distingue soprattutto per le facoltà di Ingegneria Meccanica, Matematica, Chimica, Ingegneria Civile, Elettrica e Informatica.

Se la scintilla del genio viaggia via etere, questa passeggiata potrebbe portare nuove idee e ispirazioni… non si sa mai, noi ci proviamo!

Roberta Ferraro, blogger e travel designer. Racconto straordinari luoghi vicini, posti speciali che si distinguono per arte, natura e cultura. Perché se apriamo gli occhi su quello che abbiamo intorno a noi, l’avventura è a portata di mano. Seguimi per trovare ispirazione per weekend, gite e vacanze.