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Milano. Metti una pausa pranzo con un’amica nel quadrilatero della moda. Ma senza pranzo (tempi contingentati) e senza vetrine. Cosa può diventare? Una passeggiata piena di sorprese fra i cortili segreti dove si nasconde l’essenza dell’eleganza milanese, con la piacevole scoperta di Palazzo Morando, un museo carico di storia e atmosfere meneghine.
Il nostro percorso a caccia di piccoli tesori e angoli suggestivi si è svolto nelle stradine laterali all’interno del perimetro del quadrilatero. Partendo da Piazza Belgioioso, percorrendo via Morone siamo sbucate su via Manzoni, e da qui su via Bigli e Via Sant’Andrea, dove al civico 11 si trova il museo di Palazzo Morando, meta del nostro breve vagabondaggio.
Il quadrilatero della moda: una storia patriottica
Il quadrilatero della moda è idealmente delimitato da quattro strade: via Manzoni, via Montenapoleone, via della Spiga e corso Venezia, dove si concentrano i negozi di punta delle griffe più affermate, molte delle quali hanno qui il loro quartier generale. Ma a ben guardare, fra i palazzi storici e i cortili di questa zona, da sempre importante e ben frequentata, affiorano radici storiche legate alla stagione del Risorgimento.
Singolare ripercorrere questo capitolo di storia proprio con un’amica austriaca, appassionata di arte e storia milanese, che di fronte alle tele che raffigurano le barricate delle Cinque Giornate si imbarazza e si sente in colpa… Ma da allora tanta acqua è passata, anche nei navigli!
Via Manzoni, già agli inizi dell’Ottocento, era la strada più elegante della città. Prima di essere dedicata ad Alessandro Manzoni (che abitava nei paraggi, in piazza Belgioioso), si chiamava Corsia del Giardino, ed era sede di prestigiosi palazzi, molti dei quali furono testimoni di grandi momenti storici della città. Dal balcone di palazzo Brentani, in via Manzoni 6 (oggi Banca Commerciale), Carlo Alberto tentò di calmare la folla che rumoreggiava per la capitolazione di Custoza. Era la sera del 4 agosto 1848. Il giorno seguente, dopo una notte agitata passata fra queste mura, il sovrano piemontese lasciava la città a piedi, con le sue truppe sconfitte, vanificando il sacrificio delle Cinque giornate di Milano.
Sempre in via Manzoni, nel 1859, a Palazzo Anguissola-Antona Traversi (al civico 10), soggiornò Garibaldi prima di incontrare re Vittorio Emanuele II. E ancora, i protagonisti del Risorgimento milanese si incontravano al Boeucc, piccola taverna in piazza Belgioso, oggi ristorante rinomato, mentre intellettuali e musicisti frequentavano il salotto della contessa Maffei, in via Bigli. Una targa sulla facciata del Cinquecentesco Palazzo Bigli – Ponti ricorda che questa fu la sede del governo provvisorio durante le Cinque giornate di Milano, nel marzo del 1848.
Palazzi e cortili del quadrilatero.
Lasciando Via Manzoni e imboccando Via Bigli, costeggiata da dimore sfarzose, si nota subito sulla destra Palazzo Olivazzi. Una targa ricorda la contessa Clara Maffei, che qui riceveva nel suo celebre salotto letterati, musicisti e patrioti del calibro di Giuseppe Verdi (che soggiornava poco distante al Grand Hotel Et de Milan, in via Manzoni), Donizetti, Carlo Cattaneo e Massimo d’Azeglio. Fu lei a promuovere nel 1868 l’incontro fra Verdi e Alessandro Manzoni, altro illustre residente del quadrilatero.
Un cortile quasi inespugnabile, se non siete clienti di uno dei professionisti o showroom che popolano gli appartamenti di questo palazzo, o non avete un’amica curiosa e intraprendente, che con un irresistibile sorriso e modi garbati conquista la fiducia dei portinai. Qui abbiamo ammirato una piccola fontana con putto e pesci rossi in un cortile colonnato, di un bianco abbagliante.
Poco oltre, un’altra meraviglia: al n°11 Palazzo Bigli-Ponti, dimora di epoca sforzesca con arcate in stile bramantesco e affreschi rinascimentali.
Il museo di Palazzo Morando
Proprio nel cuore della quadrilatero, in via S.Andrea 11, ha sede questo museo che ha una sezione dedicata alla storia della moda e del costume (in questi giorni chiusa, quindi ci ripromettiamo di tornarci…), e una parte al piano terreno dedicata a mostre temporanee sul tema.
Noi ci siamo concentrate sulla Pinacoteca, che raccoglie un’intera raccolta di quadri e stampe sulle trasformazioni della città fra il Seicento e il Novecento. Un’enciclopedia illustrata di Milano com’era, in cui è bello soffermarsi a riconoscere piazze e monumenti, navigli scomparsi, momenti di vita quotidiana ed episodi che hanno fatto storia. La collezione Luigi Beretta, da cui provengono le opere esposte, fu acquistata dal Comune nel 1934 e ospitata inizialmente a palazzo Sormani, e poi trasferita in questa dimora, donata dalla contessa Lidia Caprara.
Il palazzo che ospita il museo, di origini cinquecentesche, ricalca lo schema tipico delle case nobiliari milanesi, e nel succedersi di vari passaggi di proprietà è stato arricchito da diversi affreschi (il ciclo su Antonio e Cleopatra, nella prima sala, risale al Seicento, la decorazione del Salone d’Ercole del pittore Giovan Battista Ronchelli è di fine Settecento).
Nel 1903 il palazzo fu acquistato dal conte Gian Giacomo Morando de’ Rizzoni Attendolo Bolognini, un’antica famiglia legata in origine agli Sforza. La moglie del conte, Lydia Caprara di Montalba, era appassionata di disegno e fotografia e praticava lo spiritismo nella saletta rossa dove si trova ancora il tavolino deputato alle sedute (il personale del museo, gentilissimo e prodigo di informazioni, ama indugiare su queste chicche).
Oltre a ciò, collezionava manufatti egizi, porcellane, lavori di ebanisteria: i suoi oggetti (e probabilmente il suo spirito, che indubbiamente aleggia in queste sale) li ritroviamo in questa dimora perfettamente arredata, come sei lei fosse ancora qui e ci avesse inviate a colazione.
Come ospiti ci muoviamo fra un’anticamera che conduce al soggiorno (sala III), fino ai piccoli ambienti che ospitavano la cappella e l’alcova (oggi sale II e IV del museo). Rimasta vedova, la contessa alla sua morte donò il palazzo, in parte distrutto dai bombardamenti, al Comune di Milano.
Musei nel quadrilatero.
Questa zona modaiola e votata allo shopping è anche un concentrato di musei: oltre a Palazzo Morando e al Poldi Pezzoli di via Manzoni (una casa-museo unica per il livello artistico delle sue collezioni e per la bellezza della residenza che la ospita) c’è il Museo Bagatti Valsecchi, dedicato alle arti decorative di epoca rinascimentale, mentre la casa natale del Manzoni in via Moroni-Piazza Belgioioso, riporta l’orologio agli anni in cui lo scrittore viveva qui con la sua numerosa famiglia, lavorando nel suo studio alle varie stesure dei Promessi Sposi. Tutte mete “appetibili” per le prossime pause pranzo senza pranzo fra storia e bellezza!