Erano anni che ci pensavamo. Alla fine, l’occasione per visitare il Monferrato è arrivata dagli amici Susanna e Francesco, che hanno deciso di sposarsi proprio qui in un sabato caldo di settembre, sotto un arco di fiori che incorniciava le dolci colline intorno a Rosignano.
Beautiful people, splendida atmosfera e una festa indimenticabile in un posto a loro tanto caro, Cascina Manu, dove abbiamo avuto modo di scoprire anche il lato enogastronomico della zona, celebrata per i vini (il Grignolino, in particolare) e per una cucina piemontese robusta e verace.
Siamo a poco più di 100 chilometri da Milano, ma lontanissimi dalla modalità cittadina. Poco dopo l’uscita di Casale Sud (9 chilometri da Rosignano) la strada diventa un nastro sottile che segue il profilo delle colline e in certi punti le scavalca come un ottovolante. Su ogni sommità spicca un castello, una torre o un campanile, intorno a cui si aggrappano piccoli borghi. Tutto intorno, vitigni pettinati con ordine sfoggiano già i grappoli scuri del Grignolino.
Adesso, a settembre, prevalgono i toni del verde: viene da pensare a cosa sarà in autunno, quando le foglie delle viti vireranno al ruggine e i colori saranno ancora più accesi…
Il paesaggio del Monferrato: patrimonio UNESCO.
Questi luoghi sono un caso esemplare di come la natura possa convivere in armonia con la storia e il lavoro dell’uomo. Le ondulazioni dolci dei colli si sposano alla perfezione con i filari delle viti, che hanno reso il Monferrato celebre per i suoi vini di pregio, prediletti dai Gonzaga. Tanto che il paesaggio vitivinicolo della zona, assieme a Langhe e Roero, è divenuto dal 2014 Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
Sui luoghi di Angelo Morbelli
Non stupisce di trovare proprio qui la fonte di ispirazione di Angelo Morbelli (1853-1919), pittore divisionista, amico di Fattori e Pellizza da Volpedo, che nella frazione di Colma aveva studio e villa di famiglia. Nei 100 anni dalla morte, il Comune di Rosignano gli ha dedicato un percorso lungo il quale sono posizionate riproduzioni di opere che raffigurano i luoghi… L’effetto è suggestivo e regala una visione inedita e aumentata del paesaggio. Per chi si sente particolarmente ispirato e vuole continuare a seguire le tracce del pittore, la visita può proseguire raggiungendo Villa Maria, ancora di proprietà degli eredi Morbelli, dove è stato ricostruito il suo studio con gli oggetti che gli appartenevano e che compaiono nei suoi quadri. Per pianificare la visita è consigliabile prenotare tramite l’associazione Amis d’la Curma – tel 0142 488718
La Big Bench Rosso grignolino
Noi abbiamo scelto di fare una breve passeggiata fra le viti e goderci il panorama al tramonto dalla Big Bench 41 “Rosso grignolino”, la panchina gigante. Un’idea semplice e geniale dello statunitense Chris Bangle, che ne ha disseminate diverse nei punti più belli sui colli piemontesi. Si tratta del BIG BENCH COMMUNITY PROJECT, iniziativa no profit di facile realizzazione ma di grande effetto, nata per sostenere le comunità locali creando degli highlights amatissimi dai visitatori. Un’esperienza intensa, che fa tornare bambini, piccoli davanti a un grande mondo… in questo caso, un bellissimo mondo. https://bigbenchcommunityproject.org/
Cella Monte fra i borghi più belli d’Italia
Dalla super panchina lo sguardo spazia fino alle Prealpi, ma soprattutto si sofferma sul colle più vicino, con il suggestivo paesino di Cella Monte, entrato nella rosa dei borghi più belli d’Italia. Meritevole di una passeggiata lungo il corso centrale, con le sue vecchie case in pietra e gli angoli fioriti, molto ben conservato e tenuto a specchio.
La tradizione degli infernot e la pietra da cantoni
Una particolarità di Rosignano e dintorni, è la tradizione antica degli infernot, profonde grotte scavate nella roccia. Noi li abbiamo scoperti grazie a una visita guidata la domenica mattina, con partenza dall’INFO point nella piazzetta del paese. Ovviamente, come quasi tutto da queste parti, c’entra il vino, un tempo conservato in queste cantine ipogee ricavate in una roccia tenera che sembra tufo, ma non lo è. Perché se il tufo ha origini vulcaniche, questa arenaria bianca e gialla invece si è formata 20 milioni di anni fa nel miocene, da depositi di sabbia, quando qui arrivava il mare. Una pietra che si scava facilmente, e in alcuni punti si sfarina in minuscoli granelli dorati. L’antica Rocca di Rosignano sorge su uno sperone di questa roccia, da cui si ricavava la preziosa “pietra da cantoni”, che serviva appunto da masso angolare.
Così, oltre ad aver visitato diversi “infernot” (uno dei quali risale al 1600, ed era destinato ad usi militari), scendendo negli inferi con la guida del giovane e preparatissimo Luca, abbiamo visitato anche il settecentesco palazzo Comunale e fatto il giro dei bastioni di Rosignano, città un tempo murata e ben difesa, terra di conquista che subì frequenti assedi. E in questi frangenti tornavano utili la rete di cunicoli e le cisterne sotterranee degli infernot.
Info:
Distanza da Milano 1 h 20 min (113 km) passando per A4/E64 e A26
Distanza da Casale Monferrato: 9 chilometri
Alloggiare a Rosignano (perché, potendo, vale la pena fermarsi almeno una notte):
In paese: Bed & Breakfast L’Infernot – Strada Madonna delle Grazie, 4, tel. 0142 488229; Castello Mellana Via Roma, 2, tel. 331 520 2727
In campagna: Cascina Manu, Frazione San Martino, Cascina Varacca alta n. 84 tel 344 225 3071; B&B I Castagnoni – loc. Varenghino e Buscarolo, 67, Castagnoni tel. 0142 488404
Specialità a tavola. La cucina è quella tipica piemontese: salame, cotto e non, bagna cauda, bagnèt, agnolotti, vitello tonnato, carne cruda battuta al coltello.
Torneremo perché. Alla bellezza naturale di questi luoghi si associa l’amore per il territorio dei suoi abitanti. Abbiamo conosciuto persone affabili e gentili, come il sindaco Cesare Chiesa e la signora Bruna del B&B, che sanno valorizzare e comunicare il loro patrimonio. E poi ci rimangono molte cose da vedere e vogliamo gustarcele bene, perché viaggiarevicini è anche viaggiarelenti…