Alla scoperta di Morimondo fra spiritualità, natura e buona tavola

Abbazia di Morimondo, facciata
Abbazia di Morimondo, facciata

Morire al mondo, per poter vivere da risorti: questo il pensiero che guidava i 12 monaci cistercensi fondatori dell’Abbazia di Morimondo, 28 km da Milano. Arrivati dall’omonima abbazia francese di Morimond, in Borgogna, intorno al 1100, trovarono in questa landa della valle del Ticino un terreno fertilissimo e ricco di acque.

fiancata dell'abbazia di Morimondo
fiancata dell’abbazia con il tetto spruzzato di neve

Fedeli al motto di San Benedetto ora et labora, come i loro colleghi di Chiaravalle, seppero far fruttare queste terre disboscando, bonificando e applicando il sistema delle coltivazioni a marcite, una sorta di allagamento con acque risorgive a temperatura costante, che consentiva fino a 7 raccolti di fieno all’anno. Una manna per gli allevamenti che ancora oggi prosperano in queste campagne: le fattorie di questa zona infatti forniscono il latte usato per lo stracchino e il gorgonzola.

Per questo a Morimondo ancora oggi non c’è contraddizione fra spiritualità, natura e buona tavola con i prodotti del territorio. Una meta perfetta se avete in programma un pranzo o una merenda e una passeggiata fra le rogge e i fontanili tipici di queste campagne, da abbinare a una visita del piccolo borgo e della suggestiva chiesa dell’abbazia. Gli ambienti monastici sono visitabili su prenotazione con visite guidate, in questo periodo solo nei giorni feriali.

Il chiostro – © abbaziadimorimondo.it

Per quanto riguarda le trattorie e i ristoranti del posto, non dimenticate di prenotare per tempo: noi non lo abbiamo fatto, e siamo rimasti a bocca asciutta. Spinti dalla fame abbiamo terminato la nostra gita ad Abbiategrasso, dove abbiamo fatto (dopo pranzo!) una piacevole passeggiata per il centro storico, con il suo castello visconteo.

La storia dell’abbazia e la sua semplice mistica chiesa

  • interno dell'abbazia di Morimondo
  • Morimondo interno della chiesa
  • Morimondo interno della chiesa
  • affreschi a Morimondo
  • Morimondo affreschi

Nel 1136 i monaci scelsero la località di Campo Falcherio per fondare la nuova abbazia di Santa Maria di Morimondo. La costruzione fu ostacolata dai mali del tempo: guerre, saccheggi e alterne vicende fecero slittare al 1296 il termine dei lavori. Nel corso di ben 160 anni lo stile romanico stava già evolvendo nel gotico, e la chiesa registrò il momento di transizione. Le volte sono a crociera, l’impianto è verticale (caratteristiche gotiche) ma facciata è romanica, in forma di capanna “a vento”, cioè con finestre aperte verso il cielo.

I mattoni rossi, tipici dell’architettura lombarda, accentuano la grande semplicità dell’edificio: qui non troverete spettacolari opere d’arte ma una spiritualità intensa, espressa nei giochi della luce che filtra dai rosoni come un raggio benedicente. I cistercensi la vollero così, umile e asimmetrica, con colonne di altezza differente, capitelli diversi, una navata gotica e una romanica, perché la perfezione appartiene solo a Dio: nella facciata sono asimmetriche le bifore e il rosone, da cui un fascio di luce scende all’interno, con un effetto sapientemente mistico.

Nella navata destra, vicino all’altare, un suggestivo affresco dai colori pastello, della scuola di Bernardino Luini (1515), raffigura la Madonna con Bambino e San Giovannino fra San Benedetto e San Bernardo.

Dopo alterne vicende il monastero fu soppresso in età napoleonica, e il suo patrimonio disperso. In epoca recente la comunità del borgo ha ridato vitalità all’abbazia, dove è ripresa anche l’attività religiosa pur senza la comunità dei monaci.

Il coro ligneo Cinquecentesco.

  • coro ligneo cinquecentesco, particolare
  • coro ligneo cinquecentesco, particolare
  • coro ligneo cinquecentesco, particolare
  • coro ligneo cinquecentesco, particolare
  • intarsi del coro ligneo
  • coro ligneo, leggio con codice gregoriano
  • leggio con codice gregoriano
  • intarsi del coro
  • intarsi del coro ligneo
  • intarsi del coro ligneo

Morimondo visse un periodo di rinascita nel Cinquecento, grazie al cardinale Giovanni de’Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico e futuro papa Leone X, che vi inviò dei cistercensi provenienti dall’abbazia di Settimo Fiorentino. E’ di quest’epoca il coro ligneo dietro l’altare maggiore, impreziosito da intarsi e incisioni realizzati da Francesco Giramo. E’ stato il momento più intenso e prezioso nella visita a questa piccola, semplicissima chiesa. Aperta la grata di accesso al coro ci si trova catapultati nel cuore più sacro della liturgia monastica, dove ogni seggio racconta una storia intagliata nel legno. Un raggio di sole colpisce il leggio al centro della sala, dove spicca un antico codice gregoriano.

Visite guidate agli ambienti del monastero.

Lo scriptorium – © abbaziadimorimondo.it
capitelli e volte della sala capitolare © abbaziadimorimondo.it

Come tutti i monasteri cistercensi, anche a Morimondo gli ambienti si sviluppano intorno al chiostro. Durante le visite guidate si possono visitare lo scriptorium dove i monaci amanuensi realizzavano i volumi miniati, la Sala del Capitolo, dove veniva eletto l’abate e si esercitava il governo del monastero, il refettorio e il locutorium, dove l’abate assegnava gli incarichi. La prenotazione va effettuata qualche giorno prima (vedi le info sotto): in questo periodo di limitazioni sono previste solo nei giorni feriali.

Il borgo di Morimondo e le sue specialità gastronomiche

  • la piazzetta di Morimondo
  • mercatino nella piazza di Morimondo
  • mercatino a Morimondo
  • Gufetti porta fortuna del parco del Ticino
  • Morimondo, la piazza del Comune
  • Municipio di Morimondo
  • Palazzo del Comune a Morimondo

Intorno al monastero si sviluppò un borgo, che oggi ha dignità di comune (il municipio è proprio dietro all’abbazia e occupa parte dell’antico convento). In origine si chiamava Coronate, poi nel 1871 prese il nome dell’abbazia, divenuta nel frattempo di interesse nazionale.  Un borgo piccolissimo (poco più di 1000 abitanti, con la densità più bassa fra i comuni in provincia di Milano), ma selezionato fra quelli più belli d’Italia dal sito borghipiubelliditalia.it e restaurato nel rispetto delle strutture e dei materiali del tempo, per far rivivere il paese medievale con i suoi vicoli e la sua piazzetta e le sue case in cotto. Anche il paesaggio intorno, del resto, non deve essere molto diverso da quello che i primi monaci vedevano dalle finestre del convento.

Oggi è una meta molto ambita dagli amanti della cucina tipica lombarda per i suoi ristoranti rinomati per cassoeula, risotti e brasato. I salumi sono di produzione locale (cotechino e salame, crudo e cotto) e anche il riso Carnaroli proviene dalle cascine locali. Non manca il dolce tipico a tema, l’abatino, appunto. Ai piedi del borgo, che si trova su un’altura, c’è un grande parcheggio a pagamento: dal numero di auto potete intuire la situazione dei ristoranti… La prenotazione, specie nel weekend, è tassativa.

Una curiosità, dal sacro al decisamente profano: alcune scene del film Cado dalle nubi di Checco Zalone sono state girate a Morimondo (per i cultori del genere è una notizia importante).

Le campagne e le grange, escursioni per tutti i gusti fra campagne e cascine.

  • Morimondo, un affaccio sulla campagna
  • vista sulla campagna dall'affaccio di Morimondo
  • campagna intorno a Morimondo
  • campagna intorno a Morimondo

Nel XIV secolo il territorio gestito dai monaci di Morimondo arrivò a raggiungere 24 km fra campagne e boschi, con grange e mulini. Ancora oggi il borgo e l’abbazia sono immersi nell’oasi verde del parco del Ticino, fra campi, cascine, pioppi e ontani.

Alcune fra le cascine del monastero sono ancora attive, come la cascina Lasso, divenuta agriturismo con produzione propria di carne e riso locale. La cascina Fiorentina, poco distante dall’abbazia, è una delle grange meglio conservate, con ancora il forno e il mulino del XIV secolo
Il borgo di Fallavecchia conserva la vecchia struttura di un piccolo paese con negozio, osteria, chiesetta e le stalle.

In bicicletta: la ciclabile lungo il Naviglio di Bereguardo

Tutto il territorio si presta a essere visitato in bicicletta: una ciclabile costeggia il Naviglio di Bereguardo da Abbiategrasso a Bereguardo, e da Abbiategrasso fino alla darsena di Milano. Un percorso (16 chilometri solo andata da Morimondo) arriva nei pressi di cascina Conca alle Conche del Naviglio di Bereguardo, oggi un canale di irrigazione, ma anticamente via di trasporto del sale che arrivava al Ducato di Milano da Venezia, attraverso Pavia. Altre piste: il Sentiero del Giubileo e il Sentiero delle Cinque Chiese, tra Morimondo e Besate, che passa attraverso le strade vicinali.

Info:

Il museo dell’abbazia prevede la visita al chiostro, alla sala capitolare, alle sale di lavoro dei monaci, alla sala dei fondatori, il loggiato e il giardino delle erbe officinali. La riapertura parziale in questo periodo covid zona gialla prevede visite su prenotazione esclusivamente durante la settimana, in piccoli gruppi.

Sala di lavoro dell’Abbazia, visitabile su prenotazione – © abbaziadimorimondo.it

Per prenotare tel. 02 94961919 o inviare una mail all’indirizzo fondazione@abbaziamorimondo.it

Borgo di Fallavecchia: è un museo all’aperto della vita rurale del passato. Cascina Fiorentina: tel. 02 94961970 è visitabile come fattoria didattica e su prenotazione

Ristoranti del borgo:

Trattoria Birreria La Grancia tel 02 94602717

Trattoria San Bernardo tel 328 785 5829

Ristorante Della Commenda tel 02 39305582

Se vi interessano le abbazie intorno a Milano ne abbiamo già parlato in questi post: https://www.viaggivicini.it/abbazia-di-mirasole-monastero-fortezza-nel-parco-sud-milano/ e https://www.viaggivicini.it/abbazia-chiaravalle-milano-dove-i-cistercensi-inventarono-il-grana/

Roberta Ferraro, blogger e travel designer. Racconto straordinari luoghi vicini, posti speciali che si distinguono per arte, natura e cultura. Perché se apriamo gli occhi su quello che abbiamo intorno a noi, l’avventura è a portata di mano. Seguimi per trovare ispirazione per weekend, gite e vacanze.